Descrizione
Sorge sull’area ipotizzata come luogo dell’antica Planina, i cui resti vennero utilizzati per la costruzione. Con tutta probabilità è la più antica abbazia della Vallesina.
La sua origine si può far risalire a qualche secolo prima del Mille, collegata alla primitiva immigrazione di monaci nella valle dell’Esino e legata, per la dedicazione al santo vescovo di Ravenna, al dominio ravennate-bizantino del sec. VI-VII in un territorio divenuto poi zona di confine tra Bizantini e Longobardi.
Tra il Duecento ed il Trecento conobbe il periodo di maggiore grandezza, mentre dal Quattrocento iniziò una lenta decadenza. Nei secoli XIII e XIV la sua potenza era grande: i suoi abati erano incaricati di riscuotere le decime delle chiese della diocesi per conto della Santa Sede.
Nel secolo XVI fu abbandonata dai monaci e fu unita alla cattedrale di Jesi. La chiesa, edificata nel XIII secolo, è a navata unica con abside piatta e copertura a capriate; la facciata a capanna presenta un corpo centrale leggermente sporgente in cui si apre il portale gotico sovrastato da un arco cieco a pieno centro.
Il campanile, gli archetti e le cornici non sono originali e derivano dai lavori di restauro effettuati nel 1928. L'interno è molto semplice e presenta un unico affresco del secolo XV restaurato nel 1974, rappresentante la Madonna col Bambino tra i Santi Apollinare e Antonio Abate ed una Crocefissione nella lunetta.
Modalità d'accesso
La truttura non ha barriere architettoniche e si può arrivare in auto, parcheggiando vicino alla struttura.
Orari
Gli orari di apertura dipendono dalle messe: per maggiori informazioni conttattare la struttura.
Costi
Accesso totalmente gratuito.